L’alfabeto degli alberi

L’alfabeto ogamico, o alfabeto degli alberi, fu la forma di scrittura usata per trascrivere la lingua dei Celti, ma poiché inizialmente era inciso su legno o corteccia, materiale deperibile, non possiamo sapere con esattezza l’epoca in cui ebbe origine. Le datazioni dei testi più antichi risalgono al V-VI secolo, ma sono incisi su pietra, quindi certamente successivi a quelli su legno. Centinaia di iscrizioni sono state ritrovate intorno al Mare d’Irlanda, nel Galles, nell’isola di Man, ma anche in Inghilterra, in Scozia e nelle Isole Shetland.

Questa forma di scrittura fu espressione di un linguaggio per secoli trasmesso di generazione in generazione solo oralmente, e a lungo criptato per non svelare verità che era necessario tenere protette. Si sa, infatti, che i druidi, la casta sacerdotale del popolo celtico, preferiva trasmettere miti, riti e conoscenze mediche, oralmente.

La particolarità di questo alfabeto è data dal fatto che ogni sua lettera corrisponde a un albero. E giacché ogni albero ha una precisa stagione di rinascita, di maggior vigore o, ancora, di fioritura, l’alfabeto ogamico, con i suoi 13 mesi lunari (consonanti), più i 5 giorni intercalari (vocali) è anche un calendario di magia arborea stagionale.

Lettere dell’alfabeto e alberi hanno caratteristiche e proprietà precise e si distinguono nella loro funzione religiosa e oracolare, così come sono distinti i suoni e le specie, nelle loro accezioni.

L’alfabeto arboreo manifesta, più di ogni altra forma di scrittura, il legame profondo e ancestrale fra uomo e albero, entrambi nutriti dalla stessa terra, in un perpetuo scambio di anidride carbonica e ossigeno sotto lo stesso cielo..

Beatrice Testini